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Martedì, 23 Aprile 2024
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Galatina: una querelle politica che sembra infinita

Dopo le dimissione dell'assessore Spoti, non si attesta la polemica tra lo stesso ed il sindaco. Nell'occhio del ciclone anche un consiglio comunale tenutosi nei giorni del lutto

Non si arresta la querelle tutta interna alla maggioranza galatinese, nata dopo le inattese dimissioni dalla giunta comunale di Peppino Spoti, che hanno ingenerato un botta e risposta col botto (si lasci passare il giochino di parole) tra il sindaco e lo stesso assessore dimissionario. Una questione tutta "politica" come ha definito lo stesso Spoti, critico nei confronti di alcune scelte di Sandra Antonica. Il sindaco, dal canto suo, aveva prontamente replicato nei giorni scorsi, definendo "false" le verità raccontate dal suo ex alleato ed invitando l'intera coalizione di centro sinistra a non dare spazio "a sterili polemiche" né ad indugiare "in comportamenti che mirano solo ad una visibilità non altrimenti conquistata sul campo". Ma alle sue dichiarazioni aveva fatto seguito una nuova replica di Spoti, che aveva sottolineato come il sindaco non si domandasse le ragioni per le quali, nell'arco di appena un mese, le fossero venuti meno gli appoggi di due assessori della sua coalizione.

Anche Carmine Perrone, vicesindaco, aveva tentato vanamente di ristabilire una pacificazione politica nella intensa querelle, dando giustificazione al consiglio comunale tenutosi nonostante il lutto cittadino: "Auspico, personalmente - aveva affermato il vicesindaco - per la futura attività politica alla quale ognuno di noi intende partecipare che si voglia non strumentalizzare la vita della città con inutili e sterili polemiche ma perseguire il bene comune attraverso azioni concrete in cui ognuno di noi può essere più o meno capace. La verifica di tale capacità poi la daranno i cittadini ed il loro giudizio sarà sovrano". Ma a gettare nuova benzina sul fuoco è il consigliere Udc, Antonio Pepe, che in un comunicato elenca le "defezioni" dell'amministrazione Antonica degli ultimi due anni: dal cambio del presidente del consiglio (Lo Bue) "fatto dimettere", ad una serie di assessori e consiglieri dimessi.

Pepe torna sul consiglio comunale contestato, sottolineando come "la proclamazione del lutto cittadino imponeva l'astensione da qualsiasi attività di tipo istituzionale" e come si stato l'unico consigliere a richiedere espressamente il rinvio del consiglio. "Preso atto della indisponibilità di tutti i presenti, - afferma - mi sono responsabilmente adeguato evitando sterili, ed in quel triste momento, inutili polemiche relativamente alla decisione assunta, allontanandomi al momento della votazione delle due delibere più importanti, non ritenendo affatto opportuno assumere tali tipi di decisioni in quel clima".

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