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Ospedale di Galatina, tutto rimandato. La Asl: "Non c'è fretta"

La riunione con i sindacati rinviata per impegni istituzionali. Sanguedolce, Asl: "Procediamo come previsto". Cgil: "Manca una visione complessiva"

LECCE – Salta la riunione calendarizzata per oggi tra direzione sanitaria e sindacati per discutere del piano di riordino ospedaliero a partire dall’ospedale di Galatina. L’incontro è stato rimandato per impegni istituzionali e dalla direzione di via Miglietta tagliano corto su dietrologie e ipotesi di intoppi e problemi rispetto al cronoprogramma (in itinere) che prevede la riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio.

“Procediamo così come stabilito, senza date già fissate e senza fretta, con il programma di disattivazioni dei reparti e contestuali nuove attivazioni per evitare vuoti nell’assistenza ai pazienti – ha puntualizzato in proposito il direttore sanitario Antonio Sanguedolce -. Ho la sensazione di un allarmismo ingiustificato: non vi sarà alcun editto di chiusura emanato da un giorno all’altro, né prevediamo accelerate o frenate improvvise sul percorso. Il cronoprogramma per il Santa Caterina Novella, come per le altri presidi, sarà discusso con le organizzazioni sindacali e le comunità locali, come si era detto, e reso noto nella sua versione definitiva”.

Il direttore ha sgombrato il campo dalle accuse, piovute da più parti, di aver iniziato le operazioni di chiusura dall’ospedale Santa Caterina Novella per motivi politici o elettorali. Ovvero perché il Comune, attualmente commissariato e prossimo alle elezioni amministrative, non gode di un governo politico capace di opporre resistenza alle decisioni della Regione Puglia in tema di sanità. Così come accaduto altrove, in particolare a Casarano laddove la giunta Stefàno ha presentato ricorso al Tar.

 “La direzione della Asl mantiene un profilo tecnico, non si muove in base a logiche di tipo politico. Il nostro impegno è nel percorso di condivisione con gli operatori sanitari e le comunità locali – ha aggiunto -. È chiaro che l’intesa al 100 percento sarà difficile da raggiungere, perché nel disegno complessivo ci sono strutture che perdono qualcosa ed altre che ottengono di più, ma ogni passo tiene conto dei livelli di assistenza sanitaria garantiti ai pazienti”.

Alcuni sindacati, sulla difensiva, conservano il dubbio che il progetto complessivo non abbia una direzione chiara. “Se manca una visione generale di come procedere con il piano di riordino, rischiamo di partire dai punti più sbagliati – puntualizza Floriano Polimeno di Fp Cgil - : a Galatina ritengo ci volessero convocare in merito alla chiusura del reparto di malattie infettive, ma disattivare all’improvviso 20 posti, comprese 4 stanze ad alto isolamento, senza risolvere il problema dell’extra-locazione che persiste in tutti gli ospedali della provincia, complicherà la situazione”.

“Serve una strutturare territoriale per tamponare le chiusure ed evitare il collasso di un sistema già in ginocchio – aggiunge -:  i famosi presidi per l’assistenza territoriale al momento non esistono. Se parte il day service a Galatina, i pazienti potranno essere gestiti in via ambulatoriale ma queste strutture non sono ancora state attivate neppure negli ospedali già depotenziati, come Poggiardo, Maglie e Campi Salentina, perché mancano gli anestesisti”.

“Complessivamente, brancoliamo nel buio: ogni anno il ministero dell’Economia stringe i cordoni della borsa e dal 2004 ad oggi la Puglia ha perso 2mila e 200 posti letto. Il governo impone la logica del risparmio e la spesa sanitaria viene dirottata su altre voci, come quella della spesa per beni e servizi comprati all’esterno – stigmatizza il sindacalista Cgil - . Entro la fine dell’anno tutte le strutture territoriali dovranno raggiungere il pareggio di bilancio per evitare il commissariamento della sanità pugliese e invece si procede con la logica dei vasi comunicanti (si taglia da un lato, spendendo dall’altro) senza riuscire a ottenere veri risparmi”.

Polimeno ha quindi lanciato una proposta alla direzione sanitaria della Asl di Lecce, in questa fase già operativa del piano di riordino: “Serve una cabina di regia, composta da figure tecniche, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, che getti le basi per la costruzione della sanità del futuro. Occorrono paletti chiari sui bilanci a disposizione, performance richieste e indicatori aziendali, ed un controllo tecnico e sistematico di ogni passo dell’azienda sanitaria”.

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