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Rifondazione comunista contro il declassamento dell'ospedale di Galatina

La segretaria Forte invita il commissario Aprea ad abbandonare il tavolo di lavoro con la Asl: "Le scelte della Regione sono contrarie all'interesse dei cittadini"

GALATINA  – Questo piano di riordino non s’ha da fare. Parola di Rifondazione comunista, saltata sulle barricate per “difendere” l’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina interessato, al pari degli altri, dal progetto di disattivazione e trasferimento di alcuni reparti e potenziamento dei servizi territoriali.

La Asl sta procedendo spedita sul cronoprogramma, partendo proprio da quest’ospedale. Di pochi giorni fa è l’incontro tenuto dai direttori con il commissario prefettizio Guido Aprea ed il comitato che rappresenta i cittadini, atto a fare il punto della situazione e condividere tempi e passaggi tecnici della fase operativa.

Il Santa Caterina Novella perderà i reparti di ostetricia e ginecologia e la gastroenterologia, il cui trasferimento nel Vito Fazzi di Lecce è agganciato all’attivazione del Dea che libererà lo spazio necessario per il trasloco di arredi e macchinari. Ciò avverrà, presumibilmente, nel 2018. La cardiologia è destinata a ridurre i punti letto ma il “sacrificio” delle disattivazioni è compensato dall’attivazione dei centri di riferimento per epatologia clinica e termoablazione, due servizi specialistici di eccellenza per l’ospedale.

Caustico, in proposito, è il commento della segretaria provinciale di Rifondazione comunista, Roberta Forte: “La Regione ed i vertici della Asl di Lecce vogliono vincere a mani basse”.  La circostanza del piano operativo che conoscerà il suo avvio proprio da Galatina non sarebbe “casuale”: “Tale involuzione della sanità parte dall’unico Comune commissariato e quindi privo di un organo di governo politico, espressione dei cittadini e rappresentativo delle loro istanze, che possa difendere gli interessi della città”, stigmatizza la segretaria.

La delibera di giunta del 28 febbraio conferma la decisione del governo regionale di non riconoscere il nosocomio tra quelli di 1° livello (Scorrano, Gallipoli e Tricase): una scelta “incoerente”, secondo Rifondazione, perché contraria alla struttura, alle dimensioni e caratteristiche, al numero degli accesi, alla posizione geografica ed anche alle specialità del Santa Caterina.

“La scelta di declassarlo ad ospedale di base è illegittima ed incoerente, figlia esclusivamente di giochi politici fra rappresentanti della maggioranza politica regionale e contraria al buon senso ed alla tutela dei cittadini – stigmatizza Roberta Forte - . Al commissario non chiediamo di sostituirsi al volere politico, ma di difendere semplicemente la città, dando seguito alla delibera di giunta comunale numero 104 del 22 aprile 2016, con la quale la precedente amministrazione impegnava le somme necessarie all’affidamento dell’incarico legale per impugnare tutti gli atti che prevedessero un declassamento o progressivo ridimensionamento del nostro ospedale”.

Rifondazione chiede formalmente a Guido Aprea di “abbandonare l’inutile e dannoso tavolo con i vertici della Asl, in cui si tenta, col sorriso e rassicurazioni di falsi contentini, di far ingoiare ai galatinesi la più amara delle pillole e di attivarsi, al contrario, per dare esecuzione e prosecuzione agli atti amministrativi già adottati, in continuità con un’azione amministrativa coerente”.

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