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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Termoablazione dei tumori: all'ospedale di Galatina una realtà dal 2008

Utilizzata per le neoplasie del fegato, vede estendersi rapidamente il suo campo di applicazione. Interventi brevi e in day hospital

GALATINA – Al “Santa Caterina Novella” di Galatina dal 2008 a oggi sono stati eseguite 214 termoablazioni ecoguidate di tumori primitivi e metastasi al fegato.

Basterebbero questi numeri per arginare quell’ondata di stupore che ha attraversato anche molti mezzi di informazione italiani quando, poche settimane addietro, presso l’ospedale di Chioggia (Ve) è stato eseguito il primo intervento con questa tecnica, come se fosse una conquista dell’ultima ora. Del resto, da più presidi sanitari, si è levata una voce di disappunto nel fare presente che la termoablazione, altrove, è già una realtà consolidata.

Così è, infatti, presso l’ospedale galatinese dove è attivo uno dei migliori centri di Puglia per la cura del fegato, affidato all’epatologo e specialista in malattie infettive Roberto Chiavaroli. Da febbraio è stato attivato un vero e proprio laboratorio aziendale nel quale il medico è affiancato dall’infermiera professionale Maria Grazia De Pascalis. Nei mesi scorsi la Asl ha acquistato un nuovo sistema di termoablazione a microonde con antenne multiple e sincrone: adesso è possibile distruggere aree molto maggiori di tre centimetri e con morfologia irregolare grazie al posizionamento dei dispositivi, fino a tre contemporaneamente, alla periferia delle neoplasie.

“La termoablazione e l’ambulatorio – spiega Chiavaroli – sono due punte di diamante, tra le altre, dell’offerta di sanità che riusciamo ad assicurare nel nostro ospedale. La tecnica per intervenire sulle neoplasie epatiche è una realtà ormai consolidata nella nostra Asl. Nata per i tumori del fegato è oggi la terapia d’elezione per i piccoli tumori sino a 3 centimetri di grandezza ed è in fase di validazione per tumori più grandi e metastasi: otto volte su dieci, però, è la tecnica scelta per interventi in cui è necessaria la terapia e la chemio o la chirurgia sono troppo rischiose. Il vantaggio, rispetto a quest’ultime, sta proprio nella ridotta invasività e bassa rischiosità dell’intervento di termoablazione”.

Un ago che penetra sottocute, guidato dagli “occhi” elettronici dell’ecografo, sino a raggiungere il bersaglio e a ”colpirlo” sfruttando il forte calore generato dalle onde elettromagnetiche: tutto in un quarto d’ora e in day hospital. “Naturalmente – chiarisce Chiavaroli – il trapianto rimane la soluzione di cura ideale. Ma nell’attesa che sia possibile farlo, la termoablazione rappresenta anche un’ottima terapia-ponte. E, del resto, la sua buona efficacia ne sta consentendo l’utilizzo anche in altri campi d’applicazione oltre al trattamento dei tumori epatici, spaziando dalla terapia locale dei tumori polmonari a quella delle lesioni renali, ossee e tiroidee”.

L’utilità di questa terapia è anche quella di evitare viaggi fuori regione: “Questo tipo di struttura – sottolinea Chiavaroli – si trova normalmente soltanto nei Centri Trapianto nazionali. Averla qui a Galatina, invece, permette ai trapiantati e a chi è già o aspira ad entrare in lista d’attesa, d’avere una prima valutazione e le successive visite di controllo senza dover affrontare costosi spostamenti sino a Roma o Napoli: non è un particolare di poco conto”.

Grazie a questo servizio, dal 2008 ad oggi, nell’Epatologia Interventistica del presidio ospedaliero di Galatina sono state effettuate circa 3000 biopsie epatiche e di lesioni focali del fegato e migliaia di toracentesi, paracentesi e drenaggi ecoguidati, aspirazioni ed alcolizzazioni di cisti parassitarie ed ascessi del fegato, 450 ecografie con mezzo di contrasto che permettono di fare diagnosi di neoplasie del fegato senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e mezzo di contrasto iodato (più di 350 esami su fegato e milza). 

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