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Antonica: "Il piano penalizza l'Ospedale di Galatina"

Il sindaco chiede alla Regione di rivedere il piano ospedaliero e vorrebbe per il "Santa Caterina Novella" almeno quattro posti di Rianimazione. E da lunedì parte nel nosocomio l' "operazione ascolto"

"Un ospedale, per definirsi tale, non può esserne privo di reparti come Terapia intensiva e Rianimazione". E' quel che il sindaco di Galatina Sandra Antonica ebbe a dire, nel novembre scorso, ad Alberto Tedesco, assessore regionale alla Sanità. Ora la questione si ripresenta più delicata che mai, perché nel progetto di Tedesco i posti letto per Rianimazione (48 sono quelli disponibili per tutta la provincia) dovrebbero andare nei nosocomi di Lecce, Gallipoli, Casarano, Scorrano. Tricase. E Galatina? La proposta che è venuta fuori da Palazzo Orsini è stata quella di togliere qualche letto da questi ospedali ed aprire un servizio con quattro posti presso il "Santa Caterina Novella" di Galatina, con l'attivazione in seguito di una sezione di terapia intensiva neonatale.

E intanto da lunedì prossimo il sindaco Antonica e i suoi delegati si trasferiscono in corsia per avviare la cosiddetta "operazione ascolto". Di cosa si tratta? Saranno proprio i pazienti in degenza presso il nosocomio galatinese, i primi interlocutori del primo cittadino insieme ai medici, gli infermieri, gli ausiliari ed il personale amministrativo. "La legge nazionale e la delibera di Vendola prevedono la "concertazione" ed "allora concertiamo" - ha detto Antonica lo scorso giovedì durante l'incontro al Santa Caterina Novella con Franco Sanapo, direttore sanitario dell'Ausl Lecce, Giuseppe De Maria, responsabile del Presidio ospedaliero di Galatina e Luigi Muci, direttore amministrativo.

In quella occasione il sindaco e la sua delegazione hanno visitato il secondo piano della palazzina direzionale dell'ospedale di Galatina, dove è in costruzione il nuovo reparto di Nefrologia e Dialisi ma che non si riesce a completare. "Bisogna fare ogni sforzo necessario per renderlo fruibile" - hanno detto gli amministratori - perché se questa nuova sede venisse attivata i trattamenti di dialisi che, attualmente, sono diecimila all'anno potrebbero passare a quindicimila".

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